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«Sono così contento di rivederti».
«Frena, cos'è quella macchia nera che hai sotto il naso?»
«Idiota. Ti avevo detto che sarebbero cresciuti, prima o poi. Allora, come stai? No, aspetta, so già la risposta... non abbiamo tempo da perdere, meglio tralasciare i convenevoli».
«Sei più saggio. O sbaglio?»
«Ti avevo già avvisato che sarebbe successo anche questo».
«Dovrei essere io a farti delle domande».
«Spara».
«Smetti subito di parlare come un ragazzino, voglio ben sperare che quella fase si sia conclusa già da un pezzo».
«Siamo qui da... aspetta... esattamente due minuti e non mi hai ancora fatto nessuna domanda intelligente».
«Hai ragione. Okay. Come stai?»
«Sai chiedermi solo questo?»
«Gesù...»
«Okay, okay, hai ragione. Sto abbastanza bene. Potrebbe andare peggio, ecco. Ho trovato il lavoro dei tuoi sogni».
«Cosa? Quel lavoro?».
«Sì, proprio quello. È stata dura, devo ammetterlo, ma alla fine tutto è andato per il verso giusto. Poteva sempre andare meglio, ecco...»
«Sempre il solito petulante. E io che speravo che la vecchiaia potesse renderti più simpatico».
«...però non posso lamentarmi. Orari regolari, stipendio soddisfacente, ferie pagate. Ho comprato casa, è enorme, ha un giardino pazzesco ed un terrazzo gigantesco, proprio come lo desideravi tu. Oh, ho anche una cagnolina, si chiama Polly ed è tale e quale a Bridgitte...»
«Aspetta, non dirmi che...»
«Diamine, è scontato, sono passati più di trentacinque anni. Era vecchia, non ha sofferto. Ma, vedrai, Polly la ricorda così tanto...»
«Questa tecnologia è incredibile, non riesco ancora a credere di poterti vedere e dialogare con te come se fossi davvero qui. Okay, focalizziamoci. Trentacinque anni... oh mio Dio, come stanno mamma e papà? Non dirmi che anche loro...»
«Oh, no, loro stanno benissimo. Sei diventato zio; tua sorella ha sposato quell'idiota di Cedric, come immaginavamo. Però sembra felice e le bambine sono splendide. Si sono trasferiti in California, ma vengono a trovarci non appena ne hanno la possibilità».
«Non ci credo, Cedric! Però, sì, era prevedibile. E, dimmi, in quella casa enorme con giardino enorme e terrazzo enorme... beh, vivi da solo?»
«Vuoi che ti riveli proprio tutto?»
«Siamo qui apposta, no?»
«Hai ragione, tu non ami le sorprese. Be', sì, abiti da solo. Mi dispiace, vorrei dirti il contrario».
«Quindi devo levarmi Sylvia dalla testa...»
«Sylvia? Pensavo fosse già il turno di Licia...»
«Chi?»
«Nessuno, nessuno. Credo che si stia per finire il tempo a disposizione».
«Devi dirmi qualcos'altro?»
«Tieni duro. Mi vedi? Avrai un bel lavoro, una bella casa, sarai felice e di bell'aspetto».
«Io non terrò mai quei brutti baffi».
«Staremo a vedere».
«A presto, Mark. Sarà figo essere te».
«Ciao, Mark. Scusi, dottore, può staccare il collegamento. Come pensa sia andata? Come vede, ho tralasciato molte cose e ho mentito su altre, ma qualche sorpresa gli farà bene. Ero proprio un brutto ragazzo, non crede? Be', penso che adesso sia proprio l'ora di andare, avevo detto a mia moglie Sally che avrei fatto in tempo per la festa a sorpresa che abbiamo organizzato a Julie, sa, oggi compie cinque anni. La ringrazio ancora, è stato gentilissimo nell'avermi concesso la possibilità di parlare con il me diciottenne e, be', dargli una spinta. Ché, glielo assicuro, ne ha decisamente bisogno».